In collaborazione con Libreria Feltrinelli
Nel suo nuovo saggio, lo scrittore Filippo Losito si muove tra scienza e riferimenti letterari alla ricerca di un ponte tra due attività tipicamente umane, individuando nell’umorismo un atto espansivo della mente in grado di dare forma al mondo o di crearne di nuovi.
Forse lo humor non salverà il mondo, ma di certo permette di scoprirne di nuovi. Liberando non solo sorrisi e risate ma le enormi potenzialità di quel pensiero laterale che si trova alla base della creatività umana. Un’attitudine mentale che può essere più o meno sviluppata in ognuno di noi, ma che non rappresenta un dono inaccessibile ai più e, anzi, può essere insegnata e allenata al pari della matematica e della musica, come sostiene lo scrittore Filippo Losito nel suo nuovo saggio “Humor e pensiero laterale – I processi mentali che stimolano la creatività” (Egea Editore, 2021).
Per dimostrare questa tesi, Losito – autore di narrativa, teatro e tv, insegnante e coordinatore del College Serialità alla Scuola Holden di Torino – si muove con fluidità fra teorie dell’umorismo ed elementi di bio-socialità, riflessioni filosofiche e riferimenti letterari, tecniche di storytelling e metodi alternativi per elaborare soluzioni non convenzionali, creando continui collegamenti fra mondi, culture e nomi solo in apparenza distanti: da Woody Allen a Kafka, da Archimede a Steven Wright, da “I Griffin” a “Delitto e castigo”. Ogni riflessione, comunque, parte da solide basi scientifiche e in particolare dagli studi sul pensiero laterale, attitudine che, secondo il neuroscienziato Edward De Bono, ha a che fare con il “pensare al pensare” e si trova alla base dei processi creativi.
Se tuttavia una solida letteratura è dedicata alla mente creatrice e numerosi studi si sono occupati dei processi sottesi all’esperienza umoristica e allo slittamento cognitivo che la attiva, più rara è la ricerca di un ponte tra queste due attività tipicamente umane lungo la quale si articola la ricerca del saggio di Losito.
Al contrario del pensiero verticale – che porta le persone a cercare soluzioni secondo schemi conosciuti e famigliari, attivati in modo automatico – il pensiero laterale è caratterizzato dalla capacità di interrompere il flusso lineare cercando stimoli anticonvenzionali e diventa così uno strumento per esercitare il cervello (incline a formare strutture stabili per collocare l’universo entro determinati parametri) a essere creativo, realizzando qualcosa che prima non c’era. Un pensiero, in primo luogo, dal quale possono nascere inaspettate connessioni tra diversi elementi, nuove abitudini o addirittura un impatto concreto sulla realtà.
Da dote innata e tratto caratteristico di pochi geni, insomma, la creatività si rivela una caratteristica allenabile, un potenziale a disposizione di tutti, che grazie all’esercizio può permettere di mutare percezioni e concetti preparando il terreno a un’ispirazione che diventa così il frutto di un lavoro continuo, innanzitutto su se stessi. Ed è in quest’ottica che – secondo Losito – lo humor gioca un ruolo fondamentale: il pensiero umoristico, infatti, si orienta sulla lateralità richiedendo una ristrutturazione intuitiva degli elementi in gioco, costruisce nuovi scenari, opera secondo modelli inusuali e spesso offre alternative agli schemi logici preesistenti. Non limitandosi ad assimilare e riprodurre ciò che già esiste nel mondo, ma rappresentando un atto espansivo della mente attraverso una rielaborazione intuitiva della realtà.
Scrivere il paragrafo di un grande romanzo, risolvere un enigma di sudoku, capire la battuta di un comico, ideare una campagna pubblicitaria diventano quindi gesti che hanno una radice comune: sorprendere le abitudini e i modelli abituali di pensiero e comunicazione. Un traguardo quotidiano, insomma, verso il quale Losito accompagna il lettore condividendo esperienze personali, esercitazioni basate su test di logica o indovinelli e pratiche di umorismo, e invitandolo a giocare con le idee e con le parole per dare forma al mondo o crearne di nuovi.
Perché in fondo, secondo l’autore, “l’umorismo ha la funzione di girare i ‘contro’ a favore e il pensiero laterale su quei venti veleggia. Smascherare la follia è una leva per il pensiero, un detonatore di barriere, un detergente che scioglie la maschera e illumina il lato oscuro delle cose“.