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Per secoli gli spazi urbani sono stati disegnati da uomini per soli uomini. Architette, ingegnere, progettiste ma anche sindache e governatrici hanno avuto un ruolo risicato e marginale nella strutturazione spaziale. Periferie e centri, microcittà e grandi metropoli: in qualsiasi contesto, la divisione e la distribuzione dello spazio urbano riflettono la progettazione a opera di city planner uomini, che hanno assunto le proprie esigenze e i propri standard come rappresentativi, senza esserlo davvero.
Le grandi opportunità e il benessere che i grandi centri urbani promettono vengono disattesi dai limiti urbanistici, proprio come i limiti della periferia nella quale cresciamo finiscono per influenzare il nostro percorso di crescita e la visione che abbiamo del mondo. Ma gli spazi pubblici appartengono a tuttə, tanto che a volte diventano scenografia dell’attivismo femminista intersezionale che negli ultimi anni si batte anche per la rimozione di questi ostacoli infrastrutturali.