Nei suoi primi decenni di vita il videogioco rinunciò tendenzialmente a rappresentare il volume degli oggetti solidi, attenendosi alla bidimensionalità delle superfici: per diverso tempo eroi del calibro di Pac-Man, Donkey Kong, Super Mario e Sonic non ebbero corpo né spessore, ma solo una forma piana come un foglio di carta.
La transizione al 3D non fu un evento puntiforme ma un processo graduale, i cui ritmi vennero dettati dalla creatività dei designer quanto dalle caratteristiche tecniche degli hardware.